Il segreto di Avium by Giulia Gubellini

Il segreto di Avium by Giulia Gubellini

autore:Giulia Gubellini [Gubellini, Giulia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani
pubblicato: 2020-09-23T22:00:00+00:00


43

Giglio prese un respiro profondo e ripassò le istruzioni. Doveva tenere l’elsa con entrambe le mani, liberare la mente da ogni preoccupazione ed entrare in sintonia con i Volit.

‘Come, è un mistero. Bella spiegazione, Lyma’.

Saggiò il peso dell’impugnatura, s’immerse nell’odore del cuoio e ne accarezzò le pieghe. Sentì la volontà stiracchiarsi, simile a un animaletto assonnato. Sprofondava in un mare di ovatta e il mondo rimpiccioliva, sempre più distante. Circondato da quel nuovo silenzio, Giglio si lasciò trasportare a ritroso, nel tempo e nello spazio.

Nel ricordo si trovava in un palazzo fatto di ombre. Aveva paura, ma una persona gentile lo teneva per mano. Si erano infilati dietro a una tenda nera, sagome scure gli passavano accanto. Qualcuno o qualcosa dava loro la caccia. Guardò le dita strette alle sue, risalì con gli occhi lungo il braccio fino a una spalla sottile. Una ragazzina dai lunghi capelli argentati raccolti in una treccia…

Uno starnuto di Sal lo riportò bruscamente alla realtà.

«Accidenti» tuonò Giglio. «Stupida Sal-siccia!»

Sal lo fissò con occhi offesi, la coda fra le gambe e le orecchie sotto le zampe. Rosa e Kaila si precipitarono a rincuorarlo.

Daygon si massaggiò annoiato il collo muscoloso e si stropicciò malamente la faccia. «Non te la prendere con il cane solo perché sei un beccasassi incapace di attivare lo spadino».

«Non…» cominciò Giglio troppo arrabbiato per parlare.

«Cosa?» infierì Daygon. «Dire che sei un imbranato?»

Giglio avanzò di un passo. Avrebbe voluto urlare. Saltare addosso a quel gigante e colpirlo.

‘Che ne sai tu, di cosa si prova? Siamo stati strappati dal nostro mondo e adesso che ero a tanto così dallo scoprire qualcosa sul nostro passato…’

Sentì la propria rabbia fondersi con l’universo, eppure stavolta, invece che formare una bolla e circondarlo, i Volit vorticarono intorno al catalizzatore, i gigli lambiti da una fiamma dorata. Da lì saettarono lungo il braccio fino all’impugnatura dell’arma.

Calò con furia la lama.

Daygon la bloccò con la mano.

‘Con la mano? Sul serio?’ pensò Giglio, esterrefatto.

«Attento a quello che fai» lo minacciò il compagno, senza scomporsi.

«S-scusa, non volevo» rispose lui. «Ma è… smussata!»

La volontà si affievolì, la lama turbinò ma non svanì del tutto.

Daygon sbuffò e scacciò i Volit con il palmo aperto. «Certo che lo è. La forma arriva solo con la fase due, la proiezione».

Lyma gli strinse una spalla. «Vieni con me».

Mentre uscivano dalla stanza Rosa gli mostrò il pollice in alto e Kaila gli mandò un pensiero di congratulazioni in cui sotto sotto Giglio percepì una nota di invidia che gli strappò un sorriso. Una volta tanto l’aveva battuta. Daygon le riportò ai loro allenamenti e Lyma richiuse la pesante tenda usata come porta.

«Stai facendo progressi, ma aspetta a esultare» gli disse secca.

I ribelli tutt’intorno si affrettarono a sgomberare l’ambiente e si sedettero a uno dei tavoli. Lyma sollevò l’elsa rossa e con occhi attenti osservò le increspature della luce sul cuoio scolorito dal tempo. La ruotò prima in un senso e poi nell’altro, con gesti così rapidi e perfetti che Giglio percepì solo un alone colorato e lo schiocco finale dell’impugnatura che si fermava.



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